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Il mio Blog

Rottamazione quater

Presso l’Agenzia delle Entrate Riscossione ex Equitalia tramite un commercialista abilitato sarà possibile ottenere i carichi definibili ai fini della Legge n. 197/2022.

Come Commercialista potrò aiutarTi a manifestare o meno la volontà di procedere alla Definizione agevolata (“Rottamazione-quater”), presentando, entro il 30 aprile 2023, apposita dichiarazione di adesione, con le modalità, esclusivamente telematiche, definite da Agenzia delle entrate-Riscossione.

Sarà anche da verificare per quali pendenze sarà possibile chiedere lo sgravio, l’autotutela, ricorsi o altro per le Cartelle per le quali sussistono i requisiti e quant’altro per le cartelle che sono decadute, perente o prescritte.

Per sveltire il lavoro dovrai consegnare consegnare a scelta le credenziali SPID oppure CIE o Carta Nazionale dei Servizi o Tessera Sanitaria abilitata con i codici di accesso.

Le cartelle pe le quali si intende beneficiare delle misure introdotte dalla Definizione agevolata, potranno essere pagate in una unica soluzione o a rate e le modalità di pagamento saranno scelte tra le seguenti:

  • Sito istituzionale;

  • App EquiClick;

  • Domiciliazione sul conto corrente;

  • Moduli di pagamento utilizzabili nei circuiti di pagamento di:

  • sportelli bancari;

  • uffici postali;

  • home banking;

  • ricevitorie e tabaccai;

  • sportelli bancomat (ATM) che hanno aderito ai servizi CBILL;

  • Postamat;

  • Sportelli di Agenzia delle entrate-Riscossione prenotando un appuntamento nei giorni dal lunedì al venerdì.

Tieni però presente che in caso di omesso ovvero insufficiente o tardivo versamento, superiore a cinque giorni, dell’unica rata ovvero di una di quelle in cui è stato dilazionato il pagamento, la Definizione agevolata (“Rottamazione-quater”) risulta inefficace e i versamenti effettuati sono considerati a titolo di acconto dell’importo complessivamente dovuto.

La Definizione agevolata (“Rottamazione-quater”) però riguarda i carichi affidati all’Agente della riscossione nel periodo ricompreso tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022 e cioè le cartelle di pagamento e i carichi contenuti in cartelle non ancora notificate;

i carichi interessati da provvedimenti di rateizzazione o di sospensione oppure già oggetto di una precedente “Rottamazione” anche se decaduta per il mancato, tardivo, insufficiente versamento di una delle rate del relativo precedente piano di pagamento, gli accertamenti esecutivi,

gli avvisi di addebito INPS ecc. inerenti a carichi affidati dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, che comporta lo stralcio degli interessi, degli aggi e delle sanzioni amministrative.

A differenza di quanto era stato fatto in occasione dell’art. 5 del D.L. n. 119/2018, non è stata riproposta la rottamazione dei carichi riguardanti dazi doganali e IVA all’importazione.

Nei fatti, potranno essere oggetto di definizione agevolata non solo le imposte quali Irpef, Ires, IVA, ma anche i tributi locali (quali l’IMU, la TARI, la vecchia TARSU), il bollo auto, ecc. Naturalmente, si deve trattare di debiti, rispetto ai quali, l’ente creditore si è rivolto per il recupero all’Agente della riscossione, Ex Equitalia, ora ADER (Agenzia Delle Entrate Riscossione)

Le pendenze con gli Enti previdenziali di diritto privato rientrano nella “Rottamazionequater” solo se l’ente, entro il 31 gennaio 2023, ha provveduto provvede ad adottare uno specifico provvedimento e lo ha trasmesso all'ADER.

Sono esclusi dalla definizione i debiti risultanti dai carichi affidati agli agenti della riscossione recanti:

le risorse proprie tradizionali previste dall’articolo 2, paragrafo 1, lettera a), delle decisioni 2007/436/CE, Euratom del Consiglio, del 7 giugno 2007, e 2014/335/UE, Euratom del Consiglio, del 26 maggio 2014, e l’imposta sul valore aggiunto riscossa all’importazione;

le somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato ai sensi dell’articolo 16 del regolamento (UE) 2015/1589 del Consiglio, del 13 luglio 2015;

i crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei conti;

le multe, le ammende e le sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna;

le sanzioni diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali.

Se il carico viene da multe dei vigili, il 31 gennaio è una data importante perché è la data entro la quale  i Comuni devono deliberare se aderire alle sanatorie delle cartelle di questo tipo. 

Per le entrate dei Comuni, Province e Regioni ecc.. lo stralcio automatico riguarda le somme aggiuntive rispetto alla sorte capitale, in caso di ruolo Ici/Imu, si risparmiano le sanzioni e gli interessi, ma l'imposta resta dovuta.

Per le Multe occorre sapere se è stata elevata da Carabinieri, Polizia o altri Enti Statali o se Comunali quindi per le multa “statale” con stralcio: non si paga nulla. per le multe “statali” soggette a rottamazione: si paga solo la sanzione originaria (raddoppiata rispetto al minimo ordinario come sempre accade quando si versa dopo più di 60 giorni dalla notifica del verbale), oltre alle spese dell’agente della riscossione.

Mentre per le multe “locali”, sia con stralcio (possibile solo se l’ente creditore lo consente) sia con rottamazione: si paga solo la sanzione originaria (raddoppiata rispetto al minimo ordinario quando si versa dopo più di 60 giorni dalla notifica del verbale), oltre alle spese dell’agente della riscossione.

Carlo Barbiera Commercialista 
Per saperne di più scrivi a e-mail: barbieracarlo@gmail.com o telefona allo  335241066     o   0432501768

È stata sbandierata la possibilità di ristrutturare casa senza spendere un euro.

 

È però doveroso precisare che se i lavori sono stati eseguiti a norma di legge il proprietario potrà effettivamente godere della detrazione fiscale pari al 110% della spesa, ma è altrettanto vero che durante l'esecuzione del cantiere qualcuno dovrà anticipare prima di tutto le spese di progettazione e poi l’acquisto del materiale e altro.

 

Quindi occorrerà anticipare soldi veri per avere un credito d'imposta quando questo sarà vistato per conformità e convalidato dall'Agenzia delle Entrate.

 

Il committente privato che ha disponibilità liquide potrà anticipare di tasca propria ma la maggior parte degli interessati dovranno rivolgersi agli istituti bancari o alle imprese realizzatrici.

Queste ultime è vero che possono acquisire il credito, anche attraverso lo sconto in fattura, ma dovranno comunque ricorrere a finanziamenti perché passeranno alcuni mesi tra progetto, realizzazione e l'ottenimento del credito d'imposta.

 

Il ruolo degli istituti di credito è quindi fondamentale sia che sia il cittadino privato o che sia l'impresa a chiedere i fondi necessari.

La banca istruirà una pratica di finanziamento con annessi interessi, commissioni e garanzie.

Poi monetizzerà il finanziamento nel momento in cui acquisirà il credito del Superbonus.

Cioè le banche acquisteranno a 100, forse meno, un credito d'imposta di euro 110.

Anche Poste Italiane si è interessata a queste operazioni che evidentemente sono lucrose per chi le finanzia.

 

Se è abbastanza facile cedere il credito è invece piuttosto difficile conseguirlo, soprattutto per quanto concerne il SUPERBONUS.

Per poter finanziare i lavori tutti gli operatori finanziari si cautelano chiedendo firme a garanzia, anche ipotecarie sia al singolo privato che alle imprese appaltatrici.

Se poi qualcosa va storto oppure alcuni lavori preventivati vanno a sforare i plafond previsti dalla normativa ecco che si dovrà sborsare di tasca propria.

 

Anche le procedure messe a disposizione soprattutto su portali dalle banche maggiori per la richiesta/gestione degli adempimenti dei finanziamenti sono particolarmente complesse.

 

Una maggiore flessibilità è garantita invece dalle banche locali dove il direttore che conosce il cliente può gestire e approvare spese personalmente almeno fino a un certo limite senza che si debba affrontare un vero e proprio percorso di guerra fatto di alert informatici e dati complessi da inserire che rendono particolarmente difficile il dialogo con le piattaforme messe a disposizione delle grandi banche per ottenere l'ok a un'anticipazione sui lavori o sui S.A.L. (Stato Avanzamento Lavori).

 

Molti confidano in una proroga ma anche in una semplificazione degli adempimenti.

 

Purtroppo il tempo scorre velocemente .... e i lavori languono.

 

Ci sarà tempo fino a fine 2023 per concludere i lavori e ottenere il beneficio fiscale ?

 

Daniele De Gasperis e Carlo Barbiera Commercialista

 

Per saperne di più scrivere a barbieracarlo@gmail.com   o  studio@btstudio.eu o telefonare allo 0039 0432 501768  oppure  335241066

Unimondo e le soluzioni alla crisi da Covid19

Come diceva l'irriverente comico statunitense George Carlin parlando di sé come vecchio:

“tengo aperte tutte le opzioni, tutto è sul tavolo”

ma diceva anche:

“I politici sono messi lì per darti l’idea che hai libertà di scelta. Non lo fai? Non hai scelta. Hai dei proprietari. Ti possiedono”.

Dopo il Covid19 siamo di nuovo in crisi, peggio del 2008.

Non è che “ci facciamo l’abitudine”, dobbiamo vedere come uscirne.

Non è un segreto che il primo aprile 2020 potrebbe sembrare un pesce Putin, Trump e Xi Jinping si siano sentiti in video conferenza per gettare le basi di una criptomoneta dell'UNIMONDO (tipo Bit Coin). Per forse eliminare piano piano la cartamoneta mondiale? Per liberarsi del Potere Finanziario? Per accentrare maggiori poteri?

La materia è vasta e ostica ma cercherò di semplificare i fatti accaduti fino ad oggi prima di mettere......

tutte le opzioni sul tavolo.

Dall’inizio dell’era moderna ci sono continui scontri tra i Grandi Poteri.

«È sulla finzione di questa pretesa rappresentanza del popolo e sul fatto concreto del governo delle masse popolari da parte di un pugno insignificante di privilegiati, eletti o no dalle moltitudini costrette alle elezioni e che non sanno neanche perché e per chi votano; è sopra questa concezione astratta e fittizia di ciò che s'immagina essere pensiero e volontà di tutto il popolo, e della quale il popolo reale e vivente non ha la più pallida idea, che sono basate in ugual misura e la teoria dello Stato e la teoria della cosiddetta dittatura …. » e qui si potrebbe aggiungere la parola che si vuole (finanziaria, giudiziaria, sanitaria, politica ecc.)

Il concetto è attuale ma la frase fu scritta circa 150 anni fa.

Prima il potere era dei regnanti ed era assoluto.

Poi è arrivato l'Illuminismo ed è iniziato un cambiamento divenuto poi irreversibile con il progresso tecnologico.

Ora il problema più grande è la crisi economica mondiale e il terzo mondo per il quale la crisi è diventata endemica e perenne.

Per venire alla nostra Italia, si può pensare a qualche rimedio per uscire dalla crisi.

Su questo Blog ho lanciato qualche idea, il 24 luglio e il 17 ottobre 2013

http://www.btstudio.eu/apps/blog/show/45199103-la-soluzione-alla-crisi

http://www.btstudio.eu/apps/blog/show/45199237-soluzione-alla-crisi-seconda-puntata

Non so quindi se l’idea di una Criptovaluta mondiale è un cambiamento o un nuovo impoverimento.

il giornalista Marco Saba, economista specializzato in contabilità forense ha scritto su “Medium.com“ (che è una piattaforma di editoria digitale online creata da Evan Wiliams, fondatore di Twitter).:

«Trump, Putin e Xi Jinping hanno lanciato il progetto di una moneta unica globale, digitale e svincolata dal sistema bancario»

Nel mezzo della crisi del coronavirus Donald Trump, Vladimir Putin e Xi Jinping, leader di America, Russia e Cina, hanno deciso in una video conferenza di unire le forze per sviluppare un nuovo sistema monetario mondiale basato sulla tecnologia blockchain e sostenuto dall’oro (si torna alla moneta convertibile in oro?), Scrive infatti “Medium.com” il 5 aprile, riportando le parole di Trump: «Stiamo fronteggiando la più grande sfida economica globale che l’umanità abbia mai dovuto affrontare: solo agendo a livello globale possiamo impedire all’umanità di scivolare in una spirale inarrestabile verso il basso».

Facciamo un passo indietro.

Nel 1933 in America cambiò la dicitura sul dollaro “convertibile in oro” con la dicitura “moneta a corso legale” trasformando un valore intrinseco in oro, in un valore di “inchiostro da stampa”. Nel dopoguerra gli Americani stamparono 90 miliardi di dollari senza nessuna copertura in oro e li distribuirono in tutto il mondo.

Avevano vinto la guerra. Nessuno fece obiezioni.

Nel 1961 la Federal Reserve Americana pubblicò “Modern Money Mechanichs” Qualche anno dopo Nixon ribadì che non c’era copertura in oro perché l’oro erano gli stessi dollari.

Nell'introduzione del libretto “Modern Money Mechanichs” c'è scritto:

“Lo scopo di questo opuscolo è quello di approfondire la conoscenza di base del processo di creazione del denaro in un sistema Bancario a Riserva Frazionaria".

Il meccanismo è applicato in tutti gli Stati moderni.

Semplificando, per creare moneta il nostro Stato stampa dei Titoli di Debito Pubblico.

Questi Titoli vengono acquistati con moneta che viene stampata dalla Banca D’Italia per conto della Banca Centrale Europea (BCE).

Cioè carta di Debito contro carta Moneta

Ma…. C’è sempre un ma, i Titoli di Debito Pubblico sono gravati di interessi, la carta Moneta no.

Negli anni i Titoli di Debito Italiani e i suoi interessi si sono cumulati e hanno formato il nostro Debito Pubblico che all’inizio del 2020 era di 2.443 miliardi, ma con il Covid19 non si sa ancora di quanto salirà.

Il 27 marzo u.s. il Presidente Americano ha firmato un pacchetto per l’emergenza di 2,3 trilioni di dollari, il Coronavirus Aid, Relief, and Economic Security Act, più o meno quanto il nostro Debito Pubblico. Debito che ricade sulle nostre teste di cittadini, vecchi e neonati compresi, per circa 38.000 euro ciascuno.

Ma il debito pubblico è destinato a salire perché lo Stato Italiano pagherà nel 2020 circa 75 miliardi di soli interessi emettendo nuovi Titoli di Debito Pubblico. Circa! perché l’ammontare degli interessi varia con il variare dello Spread, quello di cui parlano giornali e televisioni, che è la differenza tra il rendimento del Btp decennale italiano e quello tedesco (Bund a 10 anni).

Il Bund tedesco è utilizzato come riferimento perché è l’obbligazione dello Stato economicamente e finanziariamente più forte dell’Eurozona. In una vera Unione Monetaria gli spread, in teoria, dovrebbero essere quasi a zero, se la politica monetaria fosse comune a tutti i Paesi e se la politica fiscale fosse eguale per tutti.

Quindi è chiaro a tutti che la moneta stampata rappresenta un debito.

Per il meccanismo della Riserva Frazionaria, spiegata nel “Modern Money Mechanichs”, di fatto la Banca, come Insieme delle banche, che ha questa moneta stampata può emettere prestiti, che di fatto sono moneta virtuale, mantenendo una riserva.

Nel 1957 la riserva in Italia era del 25% del deposito, nel 1970 la percentuale scese al 15%; oggi la riserva frazionaria impone alla banca di mantenere solo l'1% dei depositi.

Quindi la Banca ha a disposizione un moltiplicatore monetario dato dai depositi, costituito anche degli stessi prestiti erogati, che le permette di emettere altri prestiti.

Ma in pratica i soldi prestati dalla Banca non esistono, sono soldi che appartengono a coloro che li hanno depositati.

In ogni caso i depositi delle Banche sono i nostri soldi che le banche prestano ricavandone un profitto.

Una volta gli interessi attivi sui nostri depositi erano accettabili, ora sui conti corrente l’interesse è inesistente e sui libretti di risparmio irrisorio, ma i costi e gli oneri bancari sono diventati sempre più alti.

Quindi oggi la Banca, grazie al sistema di riserva frazionaria, emette moneta virtuale, accantonando solo l’1%, e ha un duplice guadagno: da una parte gli interessi applicati a chi chiede un prestito e dall’altra i soldi che entrano grazie ai costi di gestione dei conti corrente di deposito.

Mi sono sempre domandato come hanno fatto a fallire molte banche Italiane, devono proprio averne fatte di “cotte e di crude” per riuscirci… tra l’altro, è noto a tutti, “ai danni” di molti loro clienti e azionisti.

Ma come mai abbiamo quasi 40.000 euro di debito a testa appena nasciamo?

Nel1981 fu sancita l’indipendenza della Banca d’Italia dal Ministero del Tesoro. Chi lo decise?

L’adesione, nel 1979, al Sistema Monetario Europeo e il successivo lodo Scotti nel cosiddetto decreto di San Valentino, con cui Governo e alcune Parti Sociali si impegnarono a ridurre l’inflazione, diedero il via alla separazione attuata dal Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e dal Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi.

Tutto nacque dall’accordo tra Kohl e Mitterrand in cui Kohl, in cambio dell’appoggio di Mitterrand per la riunificazione tedesca, rinunciava al marco e quindi accettava la prospettiva dell’euro, accettava cioè di arrivare a una moneta comune che proteggesse la Francia. Ma quest’accordo prevedeva anche il ridimensionamento dell’Italia che alla fine degli anni ’70 aveva superato l’Inghilterra, aveva quasi appaiato la Francia e stava minacciando l’industria tedesca.

Così in Europa viene introdotto l’accordo per i cambi fissi, cioè ogni singolo Stato era responsabile della propria bilancia dei pagamenti, e di fronte a un disavanzo commerciale non avrebbe più potuto svalutare la propria moneta, perché si erano tutti impegnati con i cambi fissi. Quindi l’Italia per reperire liquidità dovette offrire i Titoli di Debito Pubblico ad alto tasso di interesse.

Secondo l’economista e saggista Antonino Galloni (collaboratore dell'economista post-keynesiano Federico Caffè nella facoltà di Economia e Commercio dell'Università la Sapienza di Roma) questo sistema avrebbe rovinato il Paese perché il debito pubblico, nel giro di 5/6 anni, avrebbe superato il PIL, e la disoccupazione giovanile avrebbe superato il 50%, come poi avvenne.

Secondo Galloni non ero una questione di euroscettici o meno (di cui tanto si discute ancora oggi), ma sicuramente non bisognava essere “euroestremisti”, perché l’Italia, abituata a svalutare la Lira per sistemare i propri conti e crescere nella produzione industriale, doveva guardare all’Europa, con i suoi tempi, le sue caratteristiche, le sue peculiarità, e avere la sovranità monetaria, che con l’Euro invece perse del tutto.

E Cosi senza poter più svalutare la sua moneta, l’industria Italiana perdette molte posizioni a favore proprio di Francia e Germania, che avevano coinvolto l’Italia nello scellerato patto per i cambi fissi, che a noi Italiani con il cambio Euro-Lira 1 euro=1.936,27 Lire fatto da Prodi, costò la perdita del 50% del valore di acquisto dei nostri risparmi, colpa anche di chi non rispettò il cambio e nei prezzi adeguò, pro domo sua, 1 euro a 1.000 Lire.

Ma torniamo a prima del 1981.

Fino a quel momento i Titoli di Debito Pubblico statali invenduti (che erano a basso tasso di interesse) venivano comunque coperti dalla garanzia che la Banca d’Italia li avrebbe acquistati, cosa che limitava le speculazioni.

Con la scissione, per vendere tutti i Titoli di Debito Pubblico non più coperti dalla Banca d’Italia, lo Stato iniziò ad alzare i tassi di interesse, che erano superiori al tasso d’inflazione (altro meccanismo che riduce il potere di acquisto dei cittadini).

Così il Debito Pubblico ha iniziato a gonfiarsi.

E contemporaneamente entrò in gioco la speculazione degli Istituti Finanziari (banche e altri) nei mercati.

Cioè dopo la scissione Tesoro-Banca d’Italia, lo Stato ha cominciato a finanziarsi tramite i mercati e ha iniziato a pagare interessi sempre più elevati, che facevano comodo agli speculatori. Se poi prendiamo in considerazione il meccanismo perverso delle aste marginali dove l'interesse sui Titoli di Debito Pubblico Italiani offerti agli investitori internazionali (ma è più giusto chiamarli speculatori) viene stabilito da questi ultimi: Goldman Sachs, Morgan Stanley, BNP Pribas, Citibank, JP Morgan ecc., e lo Stato Italiano fa stupidamente la cosa che nessun altro Stato fa, applicando l'interesse più alto "offerto", quello marginale, su tutto il debito messo all'asta e quindi paga tassi di interesse più alti anche agli investitori-speculatori, non marginali, che si sarebbero accontentati di tassi di interesse più bassi. Inoltre gli IIstituti di Credito non sono abbligati a pubblicare il loro portafoglio di Titoli di Stato e quindi quando scatta la speculazione, come quella che mise in crisi l'italia nell'estate del 2011, quando l'Europa ci costrinse a Mario Monti, nessuno riesce a capire chi tira le fila. Ma noi ne abbiamo pagato le conseguenze. Evidentemente la lezione della crisi della Grecia non è stata ancora studiata a sufficienza.

Così in Italia il debito è schizzato dal 58,91% (del 1981) al 121,84% (del 1994) del PIL, cioè il valore di tutti i beni e i servizi finali prodotti sul territorio Italiano.

Fu introdotto il rigore e la spesa pubblica fu tagliata (per esempio la Sanità;), ma non diventò inferiore alle entrate statali.

Nel frattempo dovendo lo Stato pagare interessi sui Titoli di Debito Pubblico sempre più elevati agli speculatori finanziari, alzò le tasse prelevando il denaro dalle nostre tasche che tramite lo Stato stesso è finito nelle tasche degli speculatori finanziari (Banche e altri).

Con la crisi finanziaria del 2008 la situazione peggiorò e il debito pubblico salì ancora. Fatto che divenne la giustificazione fondamentale del rafforzamento delle politiche di austerità volute dall’Europa. Così c’è stato un travaso dai debiti privati a quelli pubblici, che a loro volta sono aumentati ancora.

Secondo lo scrittore Luca Monti è arrivata la fine di un sistema plurisecolare, quello finanziario, ora degenerato nel “ricatto” monetario.

Quindi dopo aver ripassato i fatti e gli antefatti che ci hanno portato in questa situazione quale è la soluzione?

Moneta gratis per tutti, con l’alibi della crisi innescata dal coronavirus con la Criptovaluta mondiale Unimondo?

O “helicopter money” ? Nel 2002 Ben Bernanke, allora governatore del Federal Reserve Board, e successivamente presidente, suggerì che i soldi degli elicotteri potevano sempre essere usati per prevenire la deflazione. Il termine helicopter money fu coniato per la prima volta da Milton Friedman nel 1969, quando scrisse una parabola del lancio di denaro da un elicottero per illustrare gli effetti dell'espansione monetaria. L'idea originale del denaro in elicottero descrive le Banche Centrali che effettuano pagamenti direttamente ai singoli cittadini. Ma gli economisti hanno poi usato il termine per descrivere diverse politiche, inclusa la monetizzazione dei deficit di bilancio oppure la distribuzione ai cittadini del futuro Signoraggio delle Banche, chiamato anche dividendo ai cittadini, con la Banca Centrale che effettua trasferimenti diretti al settore privato finanziati con fondi di base, senza il coinvolgimento diretto delle autorità fiscali.


Vediamo cosa ha già fatto la Cina: Pechino ha annunciato che estenderà le esenzioni fiscali di quattro anni per migliorare ulteriormente l'inclusione finanziaria delle Pmi. Quindi le esenzioni fiscali saranno estese fino a tutto il 2023. L'Iva che è già stata riscossa potrà inoltre essere detratta nei mesi successivi o rimborsata. Il primo ministro della Cina, Li Keqiang, ha dichiarato che il paese non risparmierà alcuno sforzo per aiutare le Pmi a sopravvivere, in seguito alla pandemia da Covid-19. «Le politiche fiscali e monetarie che sono state implementate dovrebbero essere più mirate alle piccole aziende», ha sottolineato Li. L'11 marzo scorso la Cina ha annunciato tagli mirati all'obbligo di riserva bancaria, la percentuale di liquidità che le banche devono detenere in riserve, per aumentare il sostegno ai prestiti per le piccole aziende che sono state colpite dall'epidemia di coronavirus. Anche in questo caso l’intenzione è quella di stimolare i prestiti alle piccole imprese e ridurre i loro costi di finanziamento.

In Italia si potrebbe decidere una moratoria e convertire il Debito Pubblico in un Prestito Irredimibile, come ho suggerito nel mio articolo

http://www.btstudio.eu/apps/blog/show/45199103-la-soluzione-alla-crisi

va tenuto conto che il cinque per cento del debito pubblico italiano è direttamente in mano alle famiglie e alle imprese italiane, il 45% in mano alle altre banche di credito ordinario, le assicurazioni, e i fondi d’investimento italiani, il resto si divide tra Banca d’Italia e Bce, che hanno un venti per cento e le istituzioni finanziarie estere, che hanno un trenta per cento. Semplificando la quota in mano direttamente al settore privato italiano è pari al 50% del debito. Il resto è delle banche centrali e dell’estero che ha quindi in portafoglio settecento miliardi di Titoli del Debito Pubblico Italiano. Il settore privato italiano non potrebbe perciò far nulla se quello estero decidesse di non rinnovare i vari Bot e Btp in scadenza.

Dobbiamo rimanere “europeisti”?

A causa del coronavirus il bilancio dello Stato avrà un gettito fiscale inferiore.

Ci saranno maggiori spese per sussidi, sanità, eccetera.

Quindi minori entrate e maggiori spese.

Una manovra fiscale con maggiori imposte sarebbe la mazzata finale per le imprese e innescherebbe una recessione e una deflazione senza precedenti.

Creare una moneta parallela come il SIMEC?

Nel 2000 Auriti (Docente Universitario e Segretario Generale del Saus, sindacato anti usura, che nel 1994 aveva fatto causa alla Banca D'Italia guidata da Ciampi e poi da Fazio), con l'aiuto del Sindaco della sua cittadina natale Guardiagrele in Abruzzo, Palmerio, condusse un esperimento emettendo il SIMEC, Una moneta alternativa coniata sulla base della teoria del valore indotto della moneta. L’esperimento fu un successo. Fu la dimostrazione di come i cittadini possano esercitare la sovranità monetaria e liberarsi dalla morsa del debito e del signoraggio bancario perché il valore della moneta è puramente convenzionale. L'esperimento si sviluppò prima con l'immissione del SIMEC negli usi della comunità quale valore indotto, cioè come un bene reale di proprietà del portatore diventando così una moneta parallela. Successivamente fu creato un Assessorato per il Reddito di Cittadinanza per promuovere l'iniziativa. I SIMEC erano ceduti alla pari in cambio di Lire. Lo scopo era provare la teoria che la cittadinanza può creare il valore di una moneta. Il successo dell'esperimento attenzionò il mondo della Finanza e la Banca D'Italia che osteggiarono l'iniziativa. E infatti il giorno 11 agosto del 2000 intervenne la Guardia di Finanza su disposizione del Procuratore Di Stefano della Procura di Chieti, che sequestrò tutti i SIMEC (ex art. 321 cpp) in circolazione. Per la Procura erano stati violati gli artt 11, 106, 130, e 132 D L vo 385/93. perché si trattava di raccolta illecita del risparmio e l’esercizio abusivo dell’attività di finanziamento. Auriti venne anche accusato penalmente delle violazioni suddette e di riciclaggio. Il mondo della Finanza aveva raggiunto lo scopo di spaventare i cittadini che usavano il SIMEC anche se il 30 agosto 2000 il Tribunale del Riesame diede ragione a Auriti e dissequestrò i SIMEC. Nessuno poi li usò più, anche perché il processo penale contro Auriti, una specie di spada di Damocle sulle teste di chi avesse voluto riprovarci, continuò, molto lentamente, tanto lentamente che Auriti nel frattempo morì il giorno 11 agosto del 2006 senza che fosse stata emessa una sentenza.

Un prestito europeo cioè Titoli di Debito Pubblico Europei è la soluzione che avrà un basso tasso di interesse (i Titoli di Debito Pubblico Italiano hanno interessi anacronistici e sempre più alti) con la possibilità di farne oggetto del Quantitative easing da parte della Bce.

Qualcuno ha proposto una patrimoniale sui salvadanai finanziari offshore che si accrescono di anno in anno e che attualmente raccolgono un quarto dell’intera ricchezza finanziaria mondiale. I paesi Ocse potrebbero accordarsi con questi paesi, invece di demonizzarli e fare “la caccia alle streghe” per stabilire un modo per riscuotere una tassa patrimoniale dell’uno per cento, sulle ambigue masse finanziarie depositate offshore.

Poi c’è la soluzione Tedesca.

In una intervista radiofonica Olaf Scholz, ministro delle Finanze a Berlino, Spd, fa capire che il Recovery fund, potrà essere attuato soltanto a precise condizioni. In sintonia con la cancelliera Angela Merkel (Cdu) che durante il vertice Ue del 26 aprile u.s., aveva detto che dobbiamo avere coerenza nei sistemi di tassazione delle società. Il sistema tributario Italiano, a giudizio dei tedeschi, non contrasta a dovere l'evasione fiscale ed è troppo tenero nei confronti della ricchezza privata delle famiglie (9.900 miliardi), che è superiore al debito pubblico (2.500 miliardi). Quindi si prospetterebbe una patrimoniale che colpisca la maggiore ricchezza media delle famiglie italiane rispetto a quelle della Germania.

La rivista tedesca di economia e management, Manager Magazine, con un articolo firmato da Daniel Stelter e riportato da Italia Oggi di ieri, rivela ciò che il governo federale Tedesco vorrebbe: una patrimoniale del 14% sulla ricchezza privata, che è pari a 9.900 miliardi (sommando conti correnti, risparmi e immobili), che ridurrebbe il debito pubblico, pari a 2.500 miliardi, dall'attuale 137% del PIL (1.800 miliardi circa) al 60%: esattamente la quota virtuosa della Germania, in linea con Maastricht.

Ho paura che con una proposta simile ci sarebbe una Italexit (Italian exit) come la Brexit (Britain Exit).

Credo che poche famiglie Italiane siano disposte a cedere al fisco il 14% dei propri beni (immobili e risparmi), per pagare una patrimoniale Coronavirus.

carlo barbiera Commercialista

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